Riconoscimento della Oliva Marinese come “Prodotto Agroalimentare Tradizionale”
Con la pubblicazione nella gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2021 , si è concluso l’iter di approvazione per il riconoscimento della Cultivar marinese come “Prodotto Agroalimentare Tradizionale” .
La Campania ha un patrimonio agroalimentare indescrivibile sono 596 i PAT riconosciuti e per Paternopoli dopo il “Broccolo Aprilatico arriva l’oliva Marinese .
La nostra azienda, con la supervisione del CRIPAT (Centro di riferimento regionale per la sicurezza delle produzioni agroalimentari tradizionali) presieduto dal dott. D’Amato Vincenzo , ha puntato a valorizzare un prodotto che rappresenta da secoli il nostro territorio e che contribuisce al mantenimento della nostra tradizione contadina e alimentare.
Ogni prodotto è la sintesi della storia e della cultura di realtà locali e contribuisce a stimolare l’aggregazione e il senso di appartenenza a un luogo ,e soprattutto ad affermare la nostra identità rurale a difesa di un patrimonio che sta scomparendo.
Il riconoscimento come “prodotto agroalimentare tradizionale della oliva Marinese e del suo olio ha un ruolo fondamentale nell’affermazione delle identità delle comunità rurali. L’inserimento nell’elenco permette di salvaguardare la tradizione , di preservare una sapienza spesso secolare, e di produrre specialità difficilmente replicabili altrove, mantenendo il legame con il territorio e con le comunità locali che, nei secoli, le hanno generate.
La Marinese è una cultivar locale, diffusa in particolare nel territorio della media valle del Calore in Irpinia , a Paternopoli e nei comuni limitrofi. La pianta ha un portamento assurgente, chioma espansa e folta ed è caratterizzata da vigoria media e produttività abbondante e costante negli anni. L'invaiatura è precoce ed i frutti di medie dimensioni. L'olio ottenuto, soprattutto da drupe raccolte precocemente, mostra un fruttato di oliva medio con note verdi di foglia, di mela e di mandorla; al gusto presenta toni di amaro e piccante medi, accompagnati da tenui sensazioni di dolce. Il complesso profilo aromatico ne consente un impiego versatile in cucina.
A causa della precocità dell’invaiatura che avviene agli inizi di ottobre, è stata trascurata dalle aziende agricole, sia perché dedite, nel mese di ottobre, alla raccolta dell’uva, e sia alla difficoltà di trovare frantoi aperti. E’ una cultivar autoctona e, possiamo dire, che sia in via di “ estinzione”, in quanto nei nuovi oliveti si prediligono altri tipi di olivi come Ravece, Leccino, frantoio.